L’artrosi alla spalla è una malattia degenerativa a lenta evoluzione che provoca la perdita della cartilagine nell’articolazione della spalla stessa.

Una volta che ha preso forma, il processo di deterioramento progredisce sempre più fino a distruggere la funzione primaria della cartilagine, ovvero quella capacità di ammortizzare le sollecitazioni nei movimenti articolari.

Col tempo le cartilagini della spalla si assottigliano in modo considerevole e subiscono delle modificazioni tali da sviluppare escrescenze comunemente dette osteofiti o semplici callosità.

Ovviamente questa nuova condizione compromette inevitabilmente la mobilità dell’articolazione e i primi sintomi che si registrano sono scricchioli e dolori che, col tempo, saranno in grado di pregiudicare i movimenti della spalla.

Questo succede anche perché il paziente, avvertendo un dolore fastidioso, tende a mantenere immobile il più possibile l’articolazione, cercando inconsciamente di non sollevare o ruotare il braccio.

In questo modo si manifesta quasi subito un deficit dei muscoli e la perdita della funzionalità comincia lentamente a svilupparsi nel paziente.

Soprattutto nella sua fase iniziale, l’artrosi alla spalla può essere affrontata e curata con un trattamento di tipo farmacologico o con una serie di terapie riabilitative ad hoc concordate con il medico di fiducia e un fisioterapista.

Quindi, nei giovani e negli anziani con una forma lieve di artrosi di spalla, si può pensare a una terapia di tipo conservativo, mentre, in casi particolarmente invalidanti, si può optare per l’intervento chirurgico.

Di solito la terapia farmacologica per questa patologia si porta avanti con l’assunzione di antinfiammatori o acido ialuronico.

Gli antinfiammatori agiscono come inibitori selettivi di un particolare enzima (Cox-2) presente nei tessuti e responsabile del processo infiammatorio.

Di conseguenza, la sua inibizione permette un maggiore controllo e una modulazione dell’infiammazione in atto.

In alcuni casi si può far ricorso anche all’acido ialuronico, un importante componente del tessuto connettivo che, infiltrato direttamente nell’articolazione, aumenta le probabilità della struttura di assorbire le sollecitazioni.

Oltre alla terapia farmacologica, esistono anche dei rimedi naturali e terapie varie che possono aiutare ad alleviare il dolore e migliorare la mobilità dell’articolazione.

Oltre al riposo e a una considerevole riduzione del carico di lavoro ai danni della spalla, è utile anche sottoporsi ad applicazioni giornaliere ripetute di borsa ghiacciata.

Cicli di terapia fisica e di fisiochinesiterapia sono tutte azioni volte a ridurre lo stato infiammatorio della cartilagine, e al ripristino della funzionalità articolare e del tono muscolare.

Un altro rimedio per questa malattia è senza dubbio ricorrere alla ginnastica, prima con esercizi a corpo libero e poi con altre tecniche che utilizzano fasce elastiche o pesi.

In talune circostanze, soprattutto in presenza di sintomatologie severe e invalidanti, si può decidere di sottoporsi a un intervento chirurgico, che può essere di 2 tipi: pulizia della capsula articolare e impianto di una protesi articolare.

La pulizia della capsula articolare si effettua in artroscopia, avvalendosi di una microtelecamera, per cercare di liberare l’articolazione da corpi mobili, aderenze e calcificazioni.

Invece l’impianto di una protesi articolare può essere parziale o totale: nel primo caso la protesi sostituisce solo la testa dell’omero, mentre nel secondo viene sostituita anche la cavità glenoidea.

L’intervento di protesi porta con sé dei rischi che possono sfociare in fastidiose complicanze come infezioni, lussazioni e possibili fratture.

Tra gli altri casi di complicanza post-intervento chirurgico segnaliamo anche le eventuali lesioni di tendini, nervi e vasi sanguigni, nonché alcune problematiche relative alla somministrazione dell’anestetico.

Dopo un lasso di tempo concordato con il chirurgo, vengono tolti i punti e ha inizio un ciclo di terapia riabilitativa per permettere al paziente di riacquistare tonicità muscolare e funzionalità dell’articolazione compromessa.